Ebbene sì, l’anguria piace praticamente a tutti e allieta le giornate calde della tarda primavera e quelle torride dell’estate. Questo frutto è una vera e propria manna dal cielo, il fine pasto più rinfrescante e dolce che c’è!
L’anguria fa parte della famiglia delle cucurbitacee, e per questo possiamo considerarla come la cugina del melone. Il peso di questo frutto è molto importante, infatti esso può arrivare a raggiungere anche i 30 kg! Le sue dimensioni sono anch’esse generose, anche se esistono delle tipologie di anguria che si chiamano “baby” e che presentano un ingombro molto inferiore a quello delle originali.
Per coltivare la tua anguria, assicurati di arricchire correttamente il terreno che poi andrà ad ospitarla. L’anguria adora i terreni ricchi di nutrienti e soffre se piantata in terre aride. Il pH preferito da questo ortaggio si aggira sui 3,5 ed è quindi leggermente acido.
Attenzione, per quanto riguarda la terra, a far sì che favorisca un buon drenaggio. Altrimenti, se vengono a crearsi ristagni d’acqua indesiderati, la tua anguria rischia di marcire e di non darti i frutti tanto sperati. Il segreto per avere un’anguria dolcissima sta anche nel terreno. Infatti, più il terreno sarà ricco di potassio e più sarà probabile che i frutti diventino dolci e piacevoli al palato.
Per quanto riguarda le temperature, l’anguria necessita di climi caldi, proprio come il cugino melone. Questo ortaggio riesce a crescere in ambienti la cui temperatura si aggira sui 25°C - 30°C. Se abiti in zone più fresche, ti consigliamo di proteggerla e coprirla con un telo in tnt, sopratutto durante le ore notturne. Questo perché, se l’anguria viene esposta a una temperatura inferiore ai 15°C, la sua crescita viene pregiudicata e si ferma.
L’anguria va trapiantata nei mesi primaverili, ma si può cominciare a metterla a dimora anche nel mese di marzo, quando le temperature non sono ancora del tutto favorevoli a questo tipo di coltura. Se decidi di cominciare già da marzo, perché proprio non vedi l’ora di buttarti a capofitto in questa interessante avventura, tieni in considerazione il fatto che dovrai proteggere le tue piantine di anguria con un telo o in una serra apposita. I mesi in cui ti consigliamo di cominciare questo tipo di coltura sono aprile e maggio, in modo da evitare di sottoporre le tue nuove piantine a stress e gelate indesiderate e dannose.
Per preparare al meglio il terreno sarà sufficiente eseguire una pacciamatura e una pulitura di tutte quelle che sono le erbacce e le piante infestanti cresciute nell’area in cui andrai a coltivare l’anguria.
L’irrigazione dell’anguria va effettuata frequentemente, sopratutto nelle prime settimane dopo il trapianto. Questa pianta richiede grandi quantità d’acqua perché le sue radici non si sviluppano in profondità sotto terra, ma rimangono abbastanza in superficie e necessitano quindi di un’irrigazione più continua. Per quanto riguarda l’aspetto dell’irrigazione, ti avvisiamo che non sarà il caso di irrigarla molto nei giorni che precedono la raccolta del frutto. Questo per non diluire la sua dolcezza e non renderlo quindi insipido.
Quando la tua anguria sarà abbastanza formata, ti consigliamo di effettuare una procedura per la quale ci vorrà un po’ di pazienza e costanza, ma che saprà come ricompensarti. Cerca di ricordarti di girare la tua anguria ogni 2 o 3 giorni di modo che sia in grado di essere irradiata dai raggi solari su tutti i suoi lati. Questo consente una corretta maturazione, e, di conseguenza, una qualità del frutto buona.
Ma come si fa a capire quando un’anguria è pronta per essere raccolta? Innanzitutto, guarda la sua buccia. Ti sembra che non sia più molto rugosa ma che sia diventata più liscia? Ecco, questo è un primo sintomo che ti fa capire che la tua anguria potrebbe veramente essere pronta.
Se sei famoso per avere orecchio, allora ti consigliamo anche di effettuare la sua prova “acustica”. Batti sull’anguria con il palmo della mano, se ne uscirà un suono profondo allora vorrà dire che è pronta. Se invece non ti fidi delle tue capacità uditive, puoi sempre ricorrere al metodo classico per capire se il frutto è finalmente pronto. Basterà osservare l’attaccatura del frutto alla pianta, e se questa presenterà una depressione, allora sarà il momento giusto per effettuare il raccolto.